Una prospettiva nuova sull’utilizzo del blog

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Giulia è una SEO specialist e un'imprenditrice che ogni anno organizza alcuni eventi di formazione dedicati alle imprese. Ha scritto questo articolo per spiegare come ottenere il massimo dal proprio blog.

Indice

Giulia Bezzi: mi presento

Sono Giulia Bezzi e mi considero una persona multitasking e poliedrica. Nella vita ho fatto veramente un po’ di tutto, ma è solamente grazie a mio fratello che molti anni fa ho iniziato a lavorare nel mondo digital.

Non avevo fatto niente inerente la SEO fino ad allora, ma mio fratello lavorava già come SEO Software Architect per cui, nel momento in cui si è messo ad insegnarmi le dinamiche del web, si è reso conto che poteva avere accanto una persona che potesse lavorare al lato strategico della SEO.

Dopo aver iniziato a lavorare come SEO specialist sono diventata la responsabile dell’agenzia di Milano per cui lavoravo al tempo, tantissimi anni fa. Ad un certo punto, ho avuto voglia di indipendenza e mi sono aperta una mia attività: prima come freelancer e poi con una azienda che adesso conta 6 persone che lavorano regolarmente e un sacco di fantastici copywriter che formo io personalmente.

La SEO è qualcosa di molto interessante dal mio punto di vista, perché offre la possibilità di essere molto analitici da una parte (quindi richiama la “parte scientifica” molto presente nel mio cervello) ma, allo stesso tempo, permette anche di essere molto creativi, perché la parte relativa alla strategia richiede un percorso di ideazione molto particolare per riuscire a raggiungere dei risultati.

Come è cambiato il modo di fare blogging: verso l’empatia

Negli ultimi anni il modo di fare blogging è cambiato parecchio, le statistiche parlano chiaro.

Il blogging è ancora una delle forma di comunicazione più utilizzate, e rimane una delle prime attività che vengono svolte.

La cosa interessante è che il blog funziona ancora come una volta. Su questo aspetto non è cambiato niente, quello che è cambiato veramente è l’utente.

È la persona che legge il blog ad essere cambiata, perché è molto molto più “digitalizzata”. Quando questa persona cerca un’informazione, sa perfettamente che si troverà davanti un articolo di blog. Sa come identificarlo e come leggerlo, per questo motivo si fidelizzerà esclusivamente ai contenuti che giudica di valore.

“Valore” è una parola che ormai è anche troppo usata, ma occorre capire che il valore reale di un articolo sta tutto nella sua capacità di raccontare qualcosa che non potrebbe essere raccontato altrimenti.

Se pensiamo ad un blog per un evento, anche qui a vincere non è tanto la promozione dell’evento, quanto i suoi contenuti. Troppo spesso ci dimentichiamo che, con i contenuti di un evento, si potrebbero realizzare delle cose meravigliose per gli anni a venire: tra partner, sponsor, relatori, presentatore e persone che sono intorno vengono creati dei contenuti pazzeschi ed esclusivi, che molto raramente vengono utilizzati o valorizzati.

Avere un blog all’interno di un sito di un evento è una cosa eccezionale, per il semplice motivo che la persone che lo leggono e che vogliono comprare il biglietto, riescono a capire chi hanno di fronte e qual è il pensiero dell’organizzatore dell’evento. Le persone in questo modo, fra partecipante ed organizzatore, riescono a riconoscersi, si trovano affini e spesso è proprio grazie a questa empatia che una persona decide di partecipare ad un evento.

Cosa fare prima di partire da zero con un blog

La prima cosa da fare se vogliamo strutturare un blog è cominciare a ragionare.

Negli ultimi tempi, le nostre consulenze sono più di blog che sistemo che di blog che faccio partire dall’inizio, perché troppo spesso trovo dei blog in cui non c’è nessuna strategia di fondo.

C’è un libro, Digital Caos di Nicolo Cappelletti, che è diventato uno dei miei libri di riferimento in quest’ultimo periodo. È un libro che tutti dovrebbero leggere, perché lavora su una dinamica molto interessante in cui viviamo senza neppure rendercene conto.

Il digitale ci ha messo nelle condizioni di correre molto in fretta e ci sentiamo in dovere di correre troppo anche noi, perché il digital è pieno di azioni che vengono fatte da tutti: sia dal cliente che propone un contenuto e che dalla persona che lo legge. C’è insomma un continuo scambio di azioni. Questo ci ha messo nelle condizioni di pensare che fruire di una notizia sia molto semplice e che non ci sia bisogno di una grande progettazione per realizzarla.

Ecco, questa è esattamente la cosa più sbagliata da pensare.

Quando mi siedo ad un tavolo con i miei clienti, metto da parte il computer e tiro fuori carta e matita. Perché prima di mettersi a scrivere occorre chiarire una serie di punti, come ad esempio:

  • di cosa vogliamo parlare,
  • quanti contenuti riusciamo a produrre,
  • capire se un contenuto ha veramente un senso,
  • ecc.

Per questo motivo, se vogliamo aprire un blog dobbiamo innanzitutto stare fermi. Metterci le mani in tasca, fare una bella chiamata ad un consulente che ci sappia consigliare, prendere eventualmente un team con cui lavorare (evitando di fare le cose da sé, perché è impossibile) e cominciare a lavorare con tutti gli attori di una strategia, non esclusivamente digital. Perché in una strategia di comunicazione, la parte digital funziona perfettamente solo se anche tutto il resto della comunicazione è coordinata.

Come trovare le parole chiave per un blog analizzando i competitor e i social

C’è un’attività che io faccio sempre per trovare le parole chiave e che reputo vincente, ovvero l’analisi dei competitor.

In un mondo in cui non possiamo più inventarci nulla, perché abbiamo già scoperto qualsiasi cosa, possiamo solamente migliorare il lavoro degli altri e aggiungerci quella che è effettivamente la nostra unicità.

Il terreno su cui dobbiamo batterci è quello delle parole chiave, perché le persone cercano tutte nello stesso modo. Quando siamo in fase di ricerca il panorama delle nostre parole è identico, il nostro vocabolario uguale a quello di una qualsiasi altra persona.

Dobbiamo quindi fare in modo di capire dove il nostro competitor si è posizionato, prima ancora di pensare alle nostre parole chiave. Dobbiamo capire dove il nostro competitor sta lavorando bene sui risultati di ricerca, aiutandoci con uno dei tanti strumenti disponibili oggi: Seozoom, Semrush, Google Ads ma anche Kleecks.

Con questi strumenti possiamo vedere che cosa fa il competitor e che parole sta utilizzando. Perché in fondo dobbiamo battere i nostri concorrenti e rubare fette di mercato, per questo è importante analizzare innanzitutto i concorrenti.

Oltre a studiare i concorrenti, un’altra cosa che faccio sempre, è cercare nei social informazioni per l’evento.

È un’attività che fanno in pochi e che invece è molto interessante, perché nei social le parole chiave vengono fuori “dalla pancia”.

Un utente sui social tira fuori delle parole pazzesche che, se utilizziamo costantemente nei nostri contributi, ci danno una spinta incredibile.

Mettendo insieme le analisi derivate dai competitor e dai social esce fuori un quadro generale di parole chiave da cui possiamo sicuramente iniziare a lavorare.

Gli eventi di formazione B2B e il modo di approcciare questa tipologia di mercato

Negli eventi di formazione B2B occorre lavorare parecchio sul pubblico, lavorare sulle aziende, e proporre un percorso semplice ma non svilente. Significa riuscire a dare informazioni che siano comprensibili anche a chi non fa il nostro mestiere.

Pensiamo al lavoro di un cardiochirurgo: nel momento in cui entriamo in un ospedale per operarci arriva un medico che, se parla in un linguaggio tecnico, ci spaventa e avvilisce. Se, invece, incontriamo un medico che riesce a spiegarci cose complesse utilizzando delle parole adeguate al nostro livello ci sentiamo a nostro agio.

In un evento B2B, così come nel blog di questo evento, il discorso non cambia: se vogliamo parlare a degli imprenditori o a dei professionisti dobbiamo parlare la loro lingua, sviluppare un linguaggio molto semplice e richiederlo anche ai nostri collaboratori.

Un’altra cosa da fare è, soprattutto se pensiamo agli imprenditori, scrivere per stimolarli continuamente. Perché per un imprenditore prendersi del tempo per leggere un articolo è un problema. Sappiamo infatti che il costo orario di un imprenditore quando sposta l’attenzione dall’azienda è immenso.

Per questo motivo un articolo di blog deve offrire un’opportunità per informarsi realmente, senza doversi sorbire termini tecnici.

Far interagire il blog con gli altri strumenti di web marketing

Una volta c’era il funnel, che ospitava il blog nella parte alta del nostro percorso con tutta la sua parte contenutistica, mentre alle newsletter e alle telefonate spettava di concludere la vendita nella parte bassa del nostro percorso.

Poi ad un certo punto il funnel è sparito ed è nato un altro tipo di percorso: la “spaghetti chart” in cui tutto il percorso è meno lineare.

In questa nuova prospettiva il blog con i suoi articoli diventa un contenuto che è possibile interfacciare con differenti altri settori del web, ad esempio con i social.

Anche se Facebook non ama far uscire le persone dalla sua piattaforma, è comunque possibile utilizzarlo per condividere un articolo e sfruttarlo per far fare ai nostri utenti un percorso preciso.

Facebook fa un lavoro con le campagne sponsorizzate che ti permette di promuovere la tua pagina, il tuo contenuto sul blog, e quindi ti da la possibilità di portare i tuoi utenti fuori da Facebook stesso senza alcun problema per portarli a leggere i nostri articoli.

Tutta la parte blog può poi essere collegata alla newsletter, che rimane un punto di forte connessione rispetto alle persone.

Le newsletter che ci interessano le leggiamo all’inizio alla fine e clicchiamo su tutti i link che ci interessano. In questo modo entriamo in un articolo di blog, portando del traffico qualificato, perché di fatto chi arriva ad un articolo di blog partendo da una newsletter è intenzionata a leggerlo.

Anche su Youtube, il secondo motore di ricerca più utilizzato al mondo, può essere inserito un link verso un articolo una volta che abbiamo creato un video.

Un ultimo consiglio

Smettiamo, una volta per tutte, di vedere il web come un luogo in cui è facile “esserci”.

Non è facile per niente. Anzi è sempre più complesso starci e, per riuscirci, vanno utilizzate le strategie giuste con le persone che valgono.

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