Le rivelazioni di uno specialista di Instagram

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Federico è lo specialista di Instagram. Ha scritto questo articolo per spiegare alcuni aspetti segreti del social network per eccellenza dedicato alle immagini.

Indice

Federico Spinelli: mi presento

Sono Federico Spinelli. Sono un consulente marketing di Verona ed ho 26 anni. Ho scritto un libro su Instagram, quindi diciamo che sono un esperto di questo strumento, anche se prediligo sempre un approccio più orientato alla strategia piuttosto che allo strumento.

Mi sono appassionato ad Instagram perché sono un appassionato di fotografia, per questo mi è piaciuto fin dagli inizi. Ho studiato i lati oscuri di questo strumento, ho fatto degli esperimenti che potete trovare ovunque sul mio canale Youtube.

Faccio questo lavoro ormai da 3 anni: mi sono formato da solo, ho studiato, fatto corsi di formazione, sono un autodidatta e sto ancora imparando molto sia dai colleghi, sia dall’esperienza che sto facendo nella mia carriera.

Oggi ho deciso di scrivere questo articolo per parlarvi di alcuni aspetti spesso trascurati da chi utilizza Instagram per il proprio business.

Instagram e il mercato B2B (business to business)

Instagram è nato come social per le immagini, poi però ha subito delle trasformazioni importanti. La trasformazione più importante è stata quella del 2016 con l’introduzione delle stories, che l’ha completamente trasformato, facendolo diventare il social n°1 per eccellenza, se vogliamo, anche togliendo un po’ di pubblico a Facebook.

Nel B2B mi ha dato delle grandi soddisfazioni con alcuni clienti, anche considerando che tutti, bene o male, oggi sono su Instagram.

Io vedo tantissime fasce d’età che si approcciano a questo strumento, un po’ per curiosità, perché tutti lo usano e tutti lo provano, e un po’ perché tutti ne parlano e ognuno vuole provarlo.

Faccio tutte queste osservazioni per dire che secondo me “sì, è possibile trovare come clienti delle aziende su Instagram”, a patto che ci sia una strategia ben pianificata che legittimi l’utilizzo di Instagram.

Ma soprattutto occorre che non ci sia autoreferenzialità. Cosa vuol dire? Che se un’azienda opera nel B2B su Instagram non deve vendere niente.

Quello che è importante, ad oggi nel 2020 su Instagram, è creare del valore e “regalarlo alla audience”. Questo fa in modo che il pubblico coinvolto si fidelizzi al tuo brand, veda quello che fai e un giorno decida di diventare il tuo cliente.

Ma non bisogna mai avere la fretta di voler vendere qualcosa su Instagram, altrimenti ci si brucia.

Come utilizzare Instragram durante l’evento grazie alle stories

La cosa più importante su Instagram ad oggi sono le storie e quindi promuovere un evento su Instagram per me significa documentarlo live. È possibile farlo realizzando delle dirette live esattamente come su Facebook, Youtube e Linkedin.

In maniera organica è più utile utilizzare Instagram durante l’evento, spingere la gente a seguire l’evento sulla pagina dell’azienda e far vedere che gli eventi vengono documentati anche sui social.

Questo lavoro porta delle persone sul tuo profilo in maniera organica, quindi senza pagare. Se il profilo è ottimizzato probabilmente queste persone diventeranno followers e vedranno i successivi eventi che organizzerai in maniera organica, sempre attraverso le stories.

Questo secondo me è un metodo molto intelligente per promuovere un evento nel B2B, perché magari all’interno dell’audience di persone che partecipa a quel determinato evento c’è qualcuno che potrebbe essere un tuo potenziale cliente in futuro.

Il ruolo di Instragram all’interno di una strategia più ampia

Grazie alle sue evoluzioni Instagram potrebbe posizionarsi in qualsiasi punto nel processo di acquisto.

Ha introdotto per ovvie ragioni le sponsorizzate, quindi possiamo utilizzare Instagram per andare ad intercettare quella che si chiama “domanda latente”, quindi per andare ad intercettare persone che non ci conoscono.

Si può posizionare anche nel centro del processo d’acquisto, nella fase che si chiama di “gestione della connessione” perché, come dicevo prima, durante l’evento si invita le persone a seguire l’evento di formazione su Instagram.

In questo modo stiamo intercettando una persona, la persona diventa un tuo follower, e da quel momento la puoi gestire come ogni altro tuo follower.

La cosa interessante è che Instagram, a differenza di Facebook, ti da ancora un’importante portata organica. Quindi chi diventa tuo follower poi vedrà più facilmente i tuoi contenuti futuri, a differenza di Facebook dove di organico praticamente non si può fare più nulla.

Un’altra cosa molto importante che può fare Instagram è posizionarsi anche alla fine del processo d’acquisto, quando la persona che acquista l’evento può condividere una storia o un post taggando il tuo profilo.

Si innesca così una sorta di passaparola su Instagram in cui le persone fanno vedere ai loro amici che hanno scelto di venire al nostro evento.

Il testo perfetto per un post su Instagram

Ci sono due scuole di pensiero riguardo il modo corretto di scrivere un testo per Instagram: ci sono i promotori dei post con il testo corto e i promotori dei post con il testo lungo. Esattamente come nel copywriting tradizionale.

La tendenza comunque è quella di usare dei testi lunghi. Con l’intervento delle stories si tende a far più storie che post, i post sono quindi diventati una cosa rara da vedere, e per questo motivo se ci sono dobbiamo utilizzarli per puntare in maniera più dettagliata a una determinata cosa.

Vedo tantissimi profili, soprattutto quelli di successo, che per un post usano quasi tutti i 2.000 e passa caratteri che Instagram ci mette a disposizione.

Al di là della lunghezza del post, la cosa più importante che non deve mai mancare in un post è la call to action finale (chiamata all’azione). Ovvero l’invitare la gente a fare una determinata cosa: può essere la condivisione del post, ma può essere anche lasciare un commento, o chiedere di andare a visitare il sito.

Ci deve essere sempre una call to action, una chiamata all’azione e deve essere sempre e soltanto una.

Vedo tantissimi profili che mettono tantissime call to action alla fine dei loro post: “condividi il post, commenta, tagga un amico, ecc”. Quando l’importante è che ce ne sia una, semplice e consona a quello che si è scritto.

Faccio un esempio per capire: se si pubblica una citazione, quindi un tipo di contenuto altamente condivisibile, alla fine la call to action deve essere “condividi questo post se la pensi come me”. Se invece stiamo elencando gli errori più gravi nel fare i video, alla fine la call to action deve essere “scrivi nei commenti se anche tu fai uno di questi errori”. La call to action insomma deve essere sempre consona a quello che abbiamo scritto.

Un consiglio che voglio darvi

Il consiglio che do sempre e che voglio ripetere ancora è di non focalizzarsi troppo su Instagram, semplicemente perché adesso Instagram è usato da tutti.

Esattamente come Tik Tok, un altro social network interessantissimo per certi punti di vista, occorre capire come utilizzare Instagram all’interno di una strategia.

Quello che dico sempre è di analizzare sempre il processo d’acquisto dei propri clienti e vedere se Instagram potrebbe essere utile, in un modo o nell’altro, e capire se i nostri potenziali clienti utilizzano Instagram, o Tik Tok, o Facebook o qualsiasi altro strumento.

Prima di iniziare ad usare Instagram bisogna quindi analizzare sempre la propria strategia, e solo dopo iniziare bene a studiare gli strumenti.

Cerca di capire effettivamente se e come utilizzare Instagram, perché tanti ci si buttano sopra ma poi non sanno veramente che cosa farci.

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